Il 22 aprile 1970 lo studente Danis Hayes e il senatore Gaylord Nelson organizzarono una protesta a cui parteciparono 20 milioni di americani, chiedendo al loro governo un maggiore impegno nella tutela dell’acqua, dell’aria e delle specie a rischio di estinzione.
Da quel giorno il 22 aprile è diventata la Giornata Mondiale della Terra, un’occasione per sensibilizzare le persone sui problemi ambientali e fare il punto sulla salute del nostro pianeta.
Salute che, in questo cinquantesimo anniversario, non appare affatto migliorata: nelle ultime due generazioni si è estinto il 60% della fauna selvatica, mentre l’atmosfera e gli oceani sono minacciati da nuove forme di inquinamento, come le polveri sottili e le microplastiche.
Non possiamo continuare a ignorare questi eventi drammatici. Ognuno di noi deve cercare di fare la sua parte per salvaguardare l’unico, stupendo pianeta che abbiamo, con lo stesso spirito di responsabilità con cui stiamo affrontando la pandemia di Covid19.
Scegliere uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e della biodiversità significa lasciare una Terra più sana alle prossime generazioni di persone e animali per garantir loro un futuro migliore.
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