Negli allevamenti intensivi enormi numeri di animali sono stipati al chiuso in spazi ristretti: fino a 20 polli vengono costretti a vivere in appena 1 metro quadrato, con conseguenze molto gravi sul loro benessere fisico e psicologico
Negli allevamenti biologici invece non si possono superare i 10 capi per metro quadro ed i polli possono uscire all’aperto, dove ogni animale ha a disposizione 4 metri quadrati.
Anche gli animali allevati sono profondamente diversi: nell’intensivo la selezione estrema ha dato origine a razze che crescono a velocità folle e vengono macellate ad appena 45 giorni, mentre nel biologico si impiegano razze tradizionali, che non diventano mature prima dei due mesi, secondo i ritmi naturali.
Questi dati influenzano anche l’uso dei medicinali, soprattutto degli antibiotici: nell’allevamento intensivo vengono largamente impiegati per fare fronte all’elevato rischio infezioni, mentre nel biologico sono sostituiti dalla prevenzione e dal benessere naturale.
L’allevamento biologico quindi nasce dal rifiuto della logica spietata delle “fabbriche di carne”, puntando a una produzione rispettosa degli animali e dell’ambiente e offrendo al consumatore finale, a due o a quattro zampe, un prodotto genuino e di altissima qualità.