Cosa siamo noi umani per i gatti? Ci considerano delle mamme, dei fratelli, dei figli o dei misteriosi alieni?
Non è facile capire la concezione che i gatti hanno di noi: i piccoli felini non possono spiegarcela a parole e del resto i loro sensi (vista, olfatto, tatto, udito e gusto) non sono identici ai nostri, quindi il modo stesso in cui percepiscono la realtà è differente.
Possiamo però studiare i comportamenti del gatto nei nostri confronti e paragonarli a quelli che manifesta in natura verso i suoi simili.
Azioni come il fare le fusa o il miagolare per richiedere cibo e coccole, per esempio, sono tipici dei gattini, che in questo modo comunicano con la madre.
Altri comportamenti, come il leccare le nostre mani o il farsi accarezzare, ricordano il cosiddetto allogrooming, ovvero la pulizia reciproca con cui due gatti imparentati si prendono cura l’uno dell’altro.
D’altra parte il fatto che i gatti amino salire in alto per interagire con noi suggerisce che ci percepiscano come membri più grandi e anziani della famiglia. Anche lo strofinarsi sulle nostre gambe è un tipico comportamento di omaggio del micio giovane verso un parente adulto.
Nel complesso, quindi, i gatti guardano a noi un po’ come a delle mamme e un po’ come a dei fratelloni.
Ovviamente questo atteggiamento può variare parecchio: i gatti molto indipendenti, per esempio, tendono a sviluppare un rapporto più paritario e distaccato, mentre quelli adottati precocemente spesso mantengono comportamenti infantili (ad esempio il succhiare i vestiti del proprietario come se volessero prendere il latte) anche da adulti.
Infine, esiste sempre l’irresistibile variabile del carattere individuale di ogni singolo gatto!