Tra tutti i parassiti di cani e gatti, le zecche meritano un posto d’onore.
Sono infatti una delle maggiori minacce alla salute dei quattrozampe, ma anche delle persone, a cusa delle malattie che possono trasmettere.
Le zecche si nutrono di sangue, un alimento estremamente nutriente. Il sangue infatti fornisce loro l’energia necessaria per mutare da larve fino ad adulti e successivamente produrre e deporre le uova.
Molte specie di zecche non compiono più di tre o quattro pasti nel corso della loro vita, ma questi tre spuntini possono significare il disastro per i nostri animali.
Il ciclo vitale delle zecche
Le zecche adulte misurano pochi millimetri di lunghezza, ma dopo l’accoppiamento la femmina si nutre con grande voracità e nel giro di alcuni giorni si gonfia di sangue, fino a raggiungere dimensioni di quasi un centimetro e mezzo.

Una volta ingorgata, la zecca si stacca dall’ospite e trova un nascondiglio per deporre le uova, che possono variare di numero da poche centinaia fino a oltre quattromila.
Dalle uova escono minuscole larve che a loro volta si nutrono di sangue. Dopo aver trovato un ospite e fatto il pieno, le larve tornano sul terreno e compiono una prima muta, trasformandosi in ninfe.
Anche le ninfe si attaccano a un animale di passaggio, ne suggono il sangue e si lasciano cadere a terra per raggiungere finalmente la forma adulta.

(Immagine da Wikimedia Commons)
Vampiri all’attacco
Per trovare un ospite su cui banchettare, le zecche adulte ricorrono alla tecnica dell’agguato: si arrampicano su steli e foglie e attendono l’avvicinarsi del bersaglio, riconoscendolo grazie al calore e alle vibrazioni.
Raggiunta la cute della vittima, la zecca vi infigge il proprio rostro, che è estremamente affilato e dotato di dentelli simili a quelli di una sega, in modo da mantenere il parassita saldamente attaccato alla sua fonte di cibo.
Il rostro non è fatto solo per succhiare il sangue, ma anche per iniettare delle sostanze anestetiche che rendono la puntura indolore. In questo modo l’ospite non si accorga della presenza della zecca, che può godersi il pasto in santa pace.

Le malattie trasmesse dalle zecche
Oltre a sottrarre sangue, la puntura provoca irritazione cutanea, ma soprattutto esiste il rischio che batteri patogeni si trasferiscano dall’apparato boccale della zecca al circolo sanguigno, aggredendo l’organismo e causando gravi malattie.
Molti di questi microrganismi hanno addirittura la capacità di trasferirsi dalla zecca madre alla sua prole, aumentando notevolmente il rischio che i nostri animali vengano punti da un parassita infetto.
Le più comuni malattie trasmesse da zecche del cane e del gatto sono l’erlichiosi e la babesiosi, patologie che possono avere un decorso lungo e fortemente debilitante, mentre noi umani dobbiamo fare attenzione soprattutto alla borreliosi o malattia di Lyme.
Come possiamo proteggere cani e gatti?
Per ridurre il rischio di trasmissione, le zecche dovrebbe essere rimosse con una pinzetta il prima possibile, asportandole con un movimento rotatorio (un po’ come se cercassimo di svitarle) per facilitare il distacco del rostro dentellato. Una volta staccate, è meglio evitare di schiacciarle, perché potremmo facilitare la diffusione delle uova nell’ambiente.

Se temete che il parassita sia portatore di malattie, potete anche conservarlo e chiedere al veterinario di inviarlo a un laboratorio specializzato, che analizzerà la zecca per scoprire se ospitava qualche batterio pericoloso.
Ma la chiave per difendersi da questi parassiti risiede nella prevenzione: è fondamentale fornire a cani e gatti una protezione antiparassitaria per tutto l’anno, non solo ai soggetti che vivono in campagna o vanno a sgambare nei boschi, ma anche agli animali che risiedono in ambito urbano.
Se in ambiente rurale, infatti, le zecche sono diffuse prevalentemente dagli ungulati selvatici come i caprioli, nei parchi cittadini sono comunque diffuse grazie ai cani e a piccoli mammiferi, come ratti e ricci.
L’efficacia di una protezione naturale
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