Portare fuori il cane è qualcosa di più che dargli l’occasione di espletare i suoi bisognini. Il nostro amico possiede una mente curiosa e un innato desiderio di esplorare, che è nostro dovere soddisfare in maniera adeguata.
Quando usciamo con lui quindi non dobbiamo essere passivi e frettolosi, ma cercare di assecondarlo, adattandoci ai suoi tempi e ai suoi ritmi.
Possiamo educarlo a non tirare il guinzaglio, ma anche noi dovremmo fare lo stesso, lasciandogli la possibilità di esaminare quel ciuffo d’erba così interessante. Ricordiamoci che annusare, per il cane, è il principale modo di informarsi sull’ambiente attorno a lui. Strattonare via il nostro amico è un po’ come impedirgli di arrivare in fondo all’articolo di giornale che stava leggendo!

Un altro nostro compito è assicurarci che Fido non si metta nei guai. Occhi aperti quindi per individuare bocconi sospetti, insetti e bruchi (soprattutto le processionarie!), ricci, mucchietti di feci e altre “leccornie” che non deve mangiare. Rimaniamo attenti anche ai suoi eventuali segnali di disagio in presenza di persone sconosciute o altri cani, in modo da evitare spiacevoli incidenti.
E non dimentichiamoci che la passeggiata è anche lo strumento migliore per tenere il nostro amico in salute, sia fisica che mentale! L’attività di esplorazione infatti libera endorfine, gli ormoni del buonumore, mentre i chilometri macinati fanno bene a cuore, muscoli e articolazioni.
Vantaggi di cui dovremmo approfittare anche noi umani, come sosteneva lo scrittore francese Daniel Pennac:
Uno crede di portare fuori il cane a fare pipì mezzogiorno e sera. Grave errore: sono i cani che ci invitano due volte al giorno alla meditazione.