Come tutti sanno, addestrare un cane è decisamente più semplice che fare lo stesso con un gatto, provare per credere. Eppure, queste due specie hanno un’intelligenza simile e condividono gli stessi meccanismi di apprendimento, come ad esempio il rinforzo positivo.
Perché dunque facciamo così tanta fatica a insegnare comandi e giochetti ai felini?
Il primo problema risiede nella maggiore indipendenza del gatto: diversamente dal cane, che è sempre molto attento a ogni gesto del proprietario, il gatto tende a concedere meno considerazione al suo umano. Per farvi un esempio, un cane posto di fronte a un problema insormontabile, come una calotta di vetro che copre la ciotola, dopo qualche minuto cercherà l’aiuto del padrone, mentre il gatto insisterà a tentare da solo.
La seconda differenza tra le due specie sta nel fatto che il cane trae grande gioia anche solo dalla nostra attenzione, quindi è molto disponibile verso le sedute di addestramento. Il gatto, più pragmatico, tende a esigere un premio in cibo: esaurito l’appetito, verrà meno anche l’interesse per la lezione.
Infine, il cane possiede un repertorio comportamentale più vasto e più facile da “riciclare” per i nostri scopi. La ricerca della preda, l’inseguimento, l’assalto in branco e il morso possono infatti fungere da base per ottenere cani da ricerca, da pastore, da guardia e da difesa. Effettuare la medesima operazione sui gatti risulta invece molto difficile!
Ciononostante, con pazienza ed esperienza, anche i gatti possono imparare a eseguire dei comandi. Ne sono un esempio i gatti da circo, ma anche i felini attori impiegati per il cinema e la televisione, che in base alle necessità del copione sanno scappare, sedersi, avvicinarsi, soffiare o rotolarsi per terra facendo le fusa!