Quando Fido diventa vecchio: la sindrome geriatrica da fragilità

Negli ultimi decenni l’aspettativa di vita dei nostri cani è cresciuta notevolmente grazie alla combinazione di migliori cure veterinarie, alimentazione di qualità superiore e maggiore attenzione da parte dei proprietari.

Un traguardo importante, che però ci ha portati a confrontarci con nuovi problemi, quelli legati alla terza età degli amici a quattro zampe. Ma quand’è che un cane si considera anziano?

I veterinari collocano la soglia della vecchiaia canina tra i sette e i nove anni, ma ci sono notevoli variazioni legate soprattutto alla taglia: i soggetti più piccoli, che vivono mediamente più a lungo, diventano geriatrici tra i nove e i tredici anni, mentre le taglie più grandi, meno longeve, già a partire dai sei.

Ovviamente la vecchiaia non deve essere vista come una malattia, ma occorre ricordare che l’organismo del cane anziano risulta più vulnerabile alle condizioni stressanti, poiché il logorio degli anni rende organi e apparati meno adattabili.

Questa condizione viene definita sindrome geriatrica da fragilità e purtroppo chi ne subisce maggiormente gli effetti è il sistema nervoso, con ripercussioni importanti sul carattere e sulla socialità del cane.

Gle effetti dello scorrere del tempo sul cervello canino sono relativamente simili a quelli che osserviamo nella specie umana:

  • Diminuisce il numero dei neuroni, le cellule del sistema nervoso incaricate di registrare le informazioni e sviluppare i pensieri. Questo calo incide negativamente sulla memoria, l’apprendimento e le capacità sociali
  • Diminuisce l’apporto di sangue a causa di fenomeni di arterosclerosi, riducendo così i rifornimenti di energia ai neuroni stessi
  • Si riducono le connessioni tra i neuroni, che perdono quindi la possibilità di lavorare in gruppo per elaborare i dati in modo più efficiente
  • Diminuisce la produzione dei neurotrasmettitori, messaggeri chimici che contribuiscono a regolare il comportamento e l’umore
  • Si accumulano scorie dannose all’interno dei neuroni, come i pericolosi radicali liberi o la beta-amiloide, la stessa sostanza responsabile del morbo di Alzheimer nell’uomo

Un ulteriore ostacolo al lavoro del cervello è costituito dal decadimento sensoriale: molti cani anziani diventano parzialmente sordi o sviluppano problemi visivi (come la cataratta) che rendono la loro interazione con l’ambiente, gli animali e le persone ancora più difficile.

Lo sviluppo di patologie articolari può aggravare ulteriormente il quadro clinico, perché a causa del dolore il cane tende a diventare ancora più apatico.

I sintomi più comuni della sindrome geriatrica da fragilità riguardano proprio aspetti come la memoria, la socialità e le capacità cognitive:

  • Cambio di carattere: il cane può diventare pauroso o aggressivo, a volte anche perché fatica a riconoscere persone e luoghi familiari
  • Disorientamento: il cane vaga senza meta, si perde o si incastra negli angoli
  • Alterazione del ciclo sonno-veglia: il cane si agita o abbaia durante la notte
  • Comportamenti compulsivi: il cane cammina in circolo o si insegue senza sosta la coda
  • Perdita delle abitudini igieniche: il cane urina o defeca in casa, non si dedica alla pulizia
  • Passività: il cane è riluttante al movimento e al gioco, scodinzola con meno energia, ha lo sguardo fisso e sembra meno affettuoso

I cambiamenti legati all’invecchiamento però non devono essere vissuti come una condanna immutabile: come avviene per l’uomo, anche nel cane è possibile limitare gli effetti della terza età, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei nonnini a quattro zampe.

Innanzitutto è importante che il cane faccia esercizio fisico: la passeggiata aiuta a mantenere in salute l’apparato locomotorio, combattendo l’atrofia muscolare e l’irrigidimento delle articolazioni, ma è anche utile per prevenire la stitichezza e rafforzare anche le attività cognitive del cane.

Oltre al fisico, infatti, dobbiamo mantenere allenata anche la mente del nostro amico, continuando anche in tarda età a proporgli stimoli come il gioco, le coccole, l’interazione con altri animali e, per l’appunto, la passeggiata, momento in cui il cane può concentrarsi su moltissimi odori interessanti.

Infine, possiamo cercare di rallentare gli effetti negativi dell’invecchiamento attraverso l’integrazione alimentare, in particolare utilizzando sostanza antiossidanti che aiutano a ripulire le cellule dai radicali liberi, mantenendole in salute e ritardandone la morte.

Le gelatine gommose di Senior di Petformance nascono proprio per questo scopo, combinando estratti vegetali ad azione antiossidante (vite rossa, ginkgo biloba, quercitina) con la curcumina e i costituenti della cartilagine, ingredienti preziosi per il benessere articolare.

Somministrato per almeno 20 giorni al dosaggio di una gelatina ogni 10 kg, Senior supporta le funzioni cognitive del nostro amico a quattro zampe, in modo da aiutarci a trasformare la terza età del nostro amico da problema a preziosa opportunità!

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